La cucina di Sezze e dei Monti Lepini

Bonì Bonì Bonanno
Teccot’ì sasso di capodanno
Damme ‘na zippola e dammela bona
Puzzi fa na figlia signora!

La nostra musica nasce nelle asprezze e nella bellezza dei Monti Lepini e de suoi paesi come Sezze. Una vera e propria “bellezza” è sicuramente la cucina di questo territorio. E’ una cucina umile ma che ha tratto da questa povertà una ricca serie di piatti gustosi e fantasiosi. Le varie ricette e ingredienti cambiano in base all’ubicazione dei paesi, alcuni più interni e posti in altura come ad es. Bassiano hanno di più una vocazione pastorale (non a caso a Bassiano il prodotto tipico è il buonissimo prosciutto), altri come ad es. Sezze più rivolti alla pianura hanno una vocazione agricola. A Sezze si celebra l’apoteosi di questa cucina che potrebbe interessare molto anche i nostri amici vegetariani e vegani. Abbiamo detto cucina di origine contadina, l’agro di Sezze è una vasta e ubertosa pianura che fa parte dell’Agro Pontino ed ha un terreno adatto alla coltivazione di tanti tipi ortaggi oltre a disporre di una copiosa quantità di acqua. Un’altra fonte di approviggionamento alimentare è stata (oggi forse non più perlomeno come un tempo) la conca di Suso,  l’altopiano adiacente  a Sezze che forniva frutta in abbondanza e che veniva venduta nella Piazza delle Erbe a Sezze. Tutta questa ricchezza nella povertà (e aggiungo io nei sorprusi dei grandi proprietari terrieri) ha creato una deliziosa cucina che ha fatto dell’ottimizzazione delle risorse la sua forza (della serie ‘nzi jetta via niende).

Le crostatine con marmellata di visciole di Sezze

Qualche esempio: la menestra de pano e fasogli e qui dobbiamo parlare di una altro prodotto maestro ovvero gli pano de Sezze. Un tempo il pane si faceva una volta a settimana e doveva quindi durare, si faceva lievitare la massa molto lentamente con la pasta madre che Sezze veniva chiamata gli criscolo. Quando il pane diventa raffermo si riciclava in vari modi ed ecco qui la menestra de pano e fasogli. Non pensate ad una semplice imbevuta dei fagioli sul pane, per realizzarla ci vuole una vera e propria arte soprattutto nel mettere le spezie come il rosmarino, l’aglio etc etc… La stesso principio del riutilizzo del pane può essere applicato ad un altro piatto ovvero la bazzoffia utilizzando, in questo caso, le verdure e legumi come la bieta, le fave, piselli e i carciofi. Ed ecco qui sua maestà il carciofo che viene celebrato con una sagra a primavera. Cucinato in tantissimi modi a Sezze: alla romana, fritte dorate, alla matticella (fatte sulla brace). Per non parlare poi dei dolci… sarebbe meglio non parlarne per non essere accusato di “induzione allo strappo delle diete”. Ma dobbiamo parlarne altrochè! La due sorelle principesse  dei dolci di Sezze sono le crostatine di visciole e le paste di mandorle sono entrambe accomunate dall’utilizzo dell’uovo in quanto il tuorlo viene utilizzato per le crostatine e l’albume viene usato per le paste di mandorle. Le visciole sono un frutto appartente al genere del ciliege e delle amarene ma sono nere e molto amare, ed era un tempo molto presente nei Monti Lepini. Ora provate ad immaginare una pasta frolla che rompendosi rivela un cuore rosso dolce che contrasta con l’amaro della marmellata nero-violacea e densa delle visciole. E poi i biscotti, le ciammelle al vino, le ciammella d’acqua, la caciata, le zippole (frittelle tipica di Natale e Capodanno), la pagnottella de gli Saluatore. Un tempo questi questi prodotti si potevamo mangiare in particolari momenti dell’anno e in coincidenza con le feste religiose, anche oggi comunque si rispetta nonostante tutto, la stagionalità soprattutto (e non potrebbe essere altrimenti) con le verdure, i carciofi i broccoletti… ah i broccoletti anzi i brucculecchi… un altro ricco capitolo della cucina di Sezze. Beh non dovete far altro che venire a Sezze!

Le foto dei dolci di Sezze sono state gentilmente concesse da Dolci Tentazioni di Sezze

La foto dell’agro di Sezze è gentilmente concessa da Vittorio Del Duca

Potete approfondire la conoscenza delle specie delle verdure con il sito dell’Azienda agricola di Vittorio Del Duca

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Canusìa musica popolare del Lazio

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